ATTO 104

Ho quasi finito questo stranissimo gennaio della mia nuova vita e posso dire di aver perduto tutto, nel senso delle forme che le cose avevano per me.

Mio figlio se n’è andato, tutto vacilla su un burrone e sono tornata a vivere nella casa dove non dormivo più da sette anni. Tutto si è mosso nella direzione di uno svuotamento radicale che come una specie di dilagante legge fisica ha attraversato tutti i miei numerosi corpi e mi ha messo davanti a una serie infinita di stupefacenti scoperte su cosa sia quella cosa che chiamiamo spazio, quello pieno, e quello vuoto soprattutto.

Ho scavalcato l’anno lanciandomi a picco nel vuoto più sconfinato della mia vita. Talmente sconfinato che quelle afflizioni che tanto mi hanno risucchiato sono state disperse nella vastità dello spazio, finite, liberate, scomparse.

I vecchi nastri si sono silenziati. Dialoghi e parole sono diventati vecchi, fossili.

Il principio dei vasi comunicanti ha preso a muoversi nella mia vita con scientifica precisione.

Il vuoto,  essendo vuoto talmente vuoto ha cominciato a riempirsi di un pieno stupefacente, inimmaginabile, un pieno cosi carico di tutto ciò che ha valore per me, un valore improvvisamente luminosissimo da stupirmi di come io abbia potuto anche soltanto provare a calarne il bagliore.

Il pieno e il vuoto hanno cominciato a danzare, a piantarsi uno davanti all’altro e guardarsi fluttuanti.

Non è sempre una danza, a volte il vuoto sta nel vuoto e il pieno è talmente sconvolgentemente pieno che non ci sono santi, è pieno. Ma non è lotta, non è più lotta, la lotta è finita.  Ci sono solo spazi da attraversare stando presenti e la presenza che ora mi appartiene ora che ho perduto tutto, è una presenza totale.

Ho preso un’unica meravigliosa decisione razionale : ho finito di risolvere problemi,  tentare di risolvere problemi,  occuparmi di problemi e parlare di problemi. Ho una meravigliosa laurea invisibile con Master e dottorato in genitorialità,  non me ne frega più niente di niente di psicologi, corsi, seminari, terapeuti, educatori, facilitatori, ho chiuso con tutto questo per sempre.

Quest’anno mi dedicherò solo alla bellezza, nel senso che ha la bellezza per me essere umano e che l’ha avuta per gli altri prima di me,  fare bellezza, creare,  impastarmi e sporcarmi di cose belle che possibilmente generino bellezza nel mio lavoro, nelle mie relazioni e nella mia scrittura,  e la seminino.

In questi giorni continuo a sentirmi dire che sono bella, forse è per la mia decisione. L’unica che ho preso. Credo che il vuoto renda pieni

E poi so che dovrò attraversare lo spazio, lo spazio del vuoto e del pieno. Sono pronta e ne sono consapevole e dopo tutto non posso più fare a meno di quella loro intensità, sono fatta così, per le cose intense.

Direi che come primo mese della nuova vita, Claudia: possiamo dirci soddisfatte.

——————————————————————————————————————————————————————————————-

“Ho scoperto che basta fare un solo passo verso gli dei, e loro ne faranno dieci verso di te. Quel passo, quel primo passo eroico del viaggio, vi porta fuori dai vostri confini e spesso lo dovete compiere prima di sapere se troverete un appiglio.

(D.K. Osbon)