ATTO 102

Capita un vuoto, capita un pieno.

Sciacquato gonfiato pulito dalla pioggia le lacrime sono uscite piene dal corpo . Evaporate.

In questo apparente vuoto dove tutto è perso senza disperazione, sto iniziando a ricevere cosi tanto pieno nel vuoto e i giochi stanno cambiando e la rotta si sta invertendo. Il congegno si è mosso in un clic gigantesco, la ruota ferragliosa è girata, un pezzo di vita secca si stacca e cade con rumore sordo, il macchinario scatta sul numero indicibile, il meccanismo fa rombare il motore ed entro nella mia nuova vita.

Non esistono confini tra il vuoto e il pieno, tra il prima e il dopo, perchè la porta è sempre spalancata sul tempo fluido circolare e quella porta sono io.

Un uomo entra dalla porta e la felicità è cosi perfetta e l’uomo non ha nessun nome perchè è il vuoto e il pieno, il poeta e il giullare, il menestrello e l’illuminato, il bambino e il saggio, il profeta e il contadino,  l’anima e la pelle, il silenzio e le parole del pieno del vuoto.