ATTO 8
Il dolore ha un corpo dormiente. Ha messo su casa nelle vertebre del mio collo, sotto le scapole, aggrumandosi attorno alla spina dorsale. Sacche di cellule nel torpore liquido dell’osso non guarito dell’anima.
Mi aspetta il compito di occuparmi della mia schiena.
Io veramente non so da dove cominciare.
Li sopra ci sono mille secoli di roba ingoiata a forza, di donne che dovevano essere uomini, di figli che dovevano fare i genitori dei loro genitori, di uomini dimenticati, di tonnellate di minuti dove silenzio era pazzo rumore.(Atlante aveva mal di schiena.)
Mi sento pesante, ecco la schiena vorrebbe ricordarmelo, io sono stufa di ascoltare questa roba, io sono stanca di lavorare per tutti, di ridere per chi voleva piangere, di spiegare a chi non ha capito, di imparare canzoni per chi non ha cantato, di convincere ad alzarsi chi sta lì seduto.
Pregherei gentilmente i miei avi di farmi incontrare un fisioterapista serio che mi curi a gratis.