ATTO 132
Fammi scrivere queste parole disordinate
Prendile così
Come una ballata
Una storta poesia che niente fa per esserlo
E leggile pure con gli occhi impastati
Che sono un po’ impastate anche loro,
Avevo fretta si
Di non farti sentire il disagio che mi prende
E la paura grande grande grande
Questo sentirmi così vulnerabile insieme al sentirmi regina e sentire voragini intorno al trono
E poi insieme
Di dirti che sono felice e stranita a volte di come tutto ciò che è per noi, a noi torni,
in una appartenenza che è stupefacente eppure non ci appartiene
Perché è della vita non di noi eppure senza questo noi , la vita cos’è
Io sono felice come una bimba del nostro essere tornati, anche se tornati da dove per dove chi lo sa, del nostro amarci anche se amarci non si può dire è vietato,
Del nostro fare l’amore così in quel modo
E poi, perché sono parole disordinate e tali le lascio, vorrei inventare insieme a te una nuova vita fatta di attimi dove nulla ha la forma di una vita fa, quella passata e chiusa che sappiamo, anche se un rivolo di quell’acqua scorre ancora qui sotto
E uscire con una camicia elegante, cose sceme così, andare in posti che non abbiamo mai visto, anche dietro l’angolo e inventarci una cosa bellissima sempre nuova fatta di cose che ci piacciono impreviste e avventurose ed essere entusiasmo puro nell’entusiasmo
Solo cose che ci piacciono e diventare una cosa che ci piace tanto tantissimo
E vorrei che mi abbracciassi a volte come un albero grande e sicuro e mi dicessi che Va tutto bene, ecco vorrei sentirlo, e sapere che puoi dirmelo un giorno, che sai dirmelo ora
come se io non sapessi nulla e tu invece sapessi tutto e respirare quella sicurezza come un legno forte dal profumo buono
Proteggi questa fragile potente cosa informe che siamo
non darla in pasto a nessuno, alla curiosità di chi senti cento volte al giorno e abita la tua vita molto più spesso di me, non raccontare di noi a chi sta fuori non farlo entrare come hai fatto tanto tempo fa buttandomi improvvisamente fuori con violenza inconsapevole perciò ancora più violenta
Mi dà un enorme disagio questo
E forse non so se sono ancora quella che scrive bei messaggi poetici, direi di no, non più,
Ora sono e preferisco queste disordinate cose che non promettono niente a me stessa, a te menchemeno, ma sanno di mio, mi stanno addosso così, coi loro colori stralunati e un brillio che è la vita che ora mi sono andata a prendere
Che è qui davanti alla mia faccia spalancata e avida ancora tanto avida di vita ancora e ancora pazzamente innamorata di vita
E non so se c’è ancora un amore per me da qualche parte
Ma se c’è spero che mi trovi
E se potessi dire a te una parola ti direi Fidati
Tutto qui
E qui è tutto
La direi anche a me: Fidiamoci
È tutto
E se un giorno avrò parole più ordinate di queste
Ringrazierò questa ballata storta come ringrazio lo sguardo che ci siamo guardati da storti sdraiati, ieri sera dal cuscino, c’erano dentro cavalli e boschi e focolari e latte caldo e cieli all’alba.
E la nostra culla mentre abbiamo inventato la storia più brutta del mondo ma bella comunque, perché era la nostra.
Non vuole dire niente tutto questo.o forse c’è tanto sotto, si,
“Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro non dice” diceva Rogers , e allora se non si capisce niente fai finta che sotto ci sia qualcosa che ti è invece chiaro, e così sarà.
E tra una settimana saremo ancora diversi, rinati e tempestati di attimi e la ballata disordinata avrebbe un altro profumo ancora.
E allora buon silenzio e allora buoni canti e allora buona musica del battito del cuore.
Di tutte le abitanti che mi abitano vorrei essere solo quella che c’è
A presto ragazzo uomo antico e nuovo della vita nuova e antica