ATTO 130
Ci sono mattine che è sera.
Aria di primavera che non sei pronta, è inverno. Il ramo gelato che ha già i fiori e non sei capace, è freddo. Sei ancora inverno.
Tu sei spoglia sei neve e già i fiori, no. Non è tempo, non è il tuo tempo. Sei chiusa sottoterra crescente, ora o lombrico o formica o uovo o seme o goccia ancora fumante all’aria già spalancata.
E senti che sei ancora minima, sottile, sei pelle e la corteccia non c’è. Ti accecano quei fiori, non ce la fai.
E tutta la luminosità è troppa, vuoi la sera, quel tirarsi della luce quell’adagiarsi lungo, quello sciogliersi dolce verso la notte stelle e braccia, verso la notte cuscino, verso la notte lenzuolo.
Non sei mattina, sei tramonto. Sei guscio della luce, sei zampa che si muove pianissimo con una testa lontana chissàdove. Rimasta sotto. Inverno. Era qui ieri sinuoso l’autunno gocciolato a inverno, non è possibile sia già primavera.
E allora ti prendi una fotografia e ci entri e sei tutto quello che vuoi e la fai tu la luce che ti serve. Lo fai tu il tramonto, solo quello puoi. La fai tu la sabbia. e ci metti il mare, che puoi. Si, quello spazio che ti aveva preso in meditazione, quella spiaggia che ti aveva fatto entrare, era lei venuta a prenderti, e tu eri entrata. Qui, va bene qui. C’è il cielo rosa, c’è il mare calmo. Qui va bene. Qui non c’è l’inverno, la luce non mi fa male. Nessuna ora che esista al tempo. Nuvola che acquerella il mare, cielo rosa. Non dobbiamo spiegarci più. Non dobbiamo nemmeno colorare i pensieri, la spiaggia è pronta. Posto del cielo rosa. Va bene così. Ti basta.
E mentre la voce ti guida ti porta tutti i pezzi. E ti porta il cuore pelleanima, l’uccello spaurito che tenevi nel petto , e allora non è il tuo cuore, è il cuore di un uccello. Ti porta tutte le Claudia che ci sono, sparse , spaccate, le porta tutte qui. Da tutte le case dove il mare non c’era.
E dal mare arriva una barca e scende la Claudia che non conoscevi, arriva dal futuro che è tempo che ti arriva addosso, tempo cielo rosa. Ha guidato una barca arrivata dal mare. Dal rosa chissàdove. E’ lei che sei tu e ti vedi. Bellissima. Una donna scesa dal mare che ha dentro tutta la terra che ha percorso e ne ha fatto il corpo che abita. Sono io? Che me è, questa donna? Ride, ha un vestito rosso scuro e la faccia spagnola e viene a prenderci il cuore uccello, il suo nodo chiuso e insieme chiamate la bambina, la casa di quel cuore sfilacciato, e tu che non sai piu che parte sei, e lei che è te al massimo splendore, andiamo a prendere la bambina, ti dice.
E allora le mettiamo insieme La piccola davanti a sua madre che piange e lei si prende il patto di salvarla. Ma c’è il cielo rosa. Ci metti la musica li dentro. E il pianto fiume lo chiudi nel naso e lo porti qui. Lo fai sedere qui. C’è lei. E ci chiede di vedere quella scena delle piastrelle e tua madre seduta in bagno e la bimba e il suo cuore di uccello. E ti muovi e senti ogni cosa che c’è e c’è stata. E il patto al dolore è fatto di mille strisce che ora tagliate insieme, fili carnosi che si tagliano e senti tutto senza avere male, e la Claudia del futuro ti taglia i fili e libera le spine e stacca le corde . Ed è una cosa tanto crepitante di colori, cielo rosa e sangue che non cola. E si scioglie il patto come un nastro nel vento e la bambina è libera e la madre è viva. E tutti i pezzi sono io e non sono più. E sono piu numerosa ancora, sono cielo rosa, scene antiche, memorie liquide di donne che mi tengono le mani. Vogliono me a liberarle. Non so fare niente e niente devo fare, cielo rosa. Guardo te. Insegnami tu dove devo andare: e’ laggiù vero?
E allora stai qui bambina e ti prendo la mano e saliamo su questa barca insieme.
E appena sali, cielo rosa. come una musica.
Un magnete orizzontale che ti chiama lento, cielo rosa.
Ti prende le memorie che ti escono dai piedi e gocciolano giù. Lasciamo tutto. E’ cosi bello essere stanca, mentre navigo in un cielo rosa con tutte le donne che sono e la piu bella al timone. Siamo in tante qui sopra e mio figlio con gli amici lontano da me ma su questa barca, c’è e mi basta, il suo sguardo che mi sorride ogni tanto. Certo mi dice lei, certo che c’è, e sta bene, e non me ne frega di niente altro.
E tu riposati ora, perchè hai lavorato tanto tanto tanto e sono io quella instancabile si, posso riposare ora, cielo rosa.
E lì che stiamo andando e mentre sento che non c’è piu niente da dire vedo la barca allontanarsi e i miei genitori giovani camminare sulla spiaggia.
E poi vedo lui, dalla sinistra della spiaggia che viene verso la riva.