Assedio
Il tuo,
il mio assedio,
al tempo regolare,
alla città ormai capovolta,
ai marciapiedi che più non tengono,
che andare è questo, mia dissoluzione,
non abbiamo tempo per mangiare,
sentiamo solo l’urto dei fiori
e la stretta di radici che ci tiene le gambe,
chi lo immaginava che era il delirio
la ragione della primavera.