ATTO 55

Si dà il caso che la lotta continui a fare il pane.
Pestaggio infinito del pesce appeso. Parole guaritrici pastura infuocata. Infezione. Fai finta che il mondo. Un lamento in un giardino orientale. Eddai che ti sentirai sempre cosi. Rassegnati. Che in fondo non hai concluso niente. Innestati la prodigiosa accettazione. Facci la latitudine alle vene. Legale a bordature dei deserti. Spara fuori la mascella d’acqua e ridi tanto. Nei denti ci sono nati i laghi e nel parco a pescarci ci sta seduto l’angelo. C’è solo da iniziare a divertirti. Ma lo sai già cosa cancelli al vuoto. In piccole spore ti arriva l’albero , la spalancata luce. Lo scenario dell’universo dentro il bandolo del disordine, soffiante, tuo. Devo restituire a mia madre una montagna di merda. Siediti e stai in raccoglimento. Sprofondo d’anni in cui entro e raccolgo pigiami. Ho un guscio sulla schiena cuscino, sostegno alla mia stella. Immobile stato delle cose. Se sto nella mancanza niente si germina. Immobile parodia che si rovescia sulle pinete degli encefali. In cima alla fronte vagoni lussureggianti consegnano visioni. Scendete! Spiegate! Acchiappate! Sposatevi! Cucite!
Parlami le parole che io le getto sul bianco disimparo il mondo mentre la camera esplode.
Scalcio perchè non ho nulla da scrivere.
Scommetto che vorresti dire Scusatemi. Si dà il caso che neanche per sogno.