ATTO 52

Meraviglia vederti arrivare, giuro che non ti aspettavo, non pensavo accettassi di passare da me. Si lo so che sei venuto per quella riunione del tuo master. Questa è una città strana ma io ci sto benissimo. Odio le orde di turisti li vieterei per legge. Ma adoro le mattine presto, le sere tardi, mi piace l’aria del mare, la sento verso sera quando vado a sdraiarmi sulla terrazza. Mi piace sedermi ai tavolini e mischiarmi e dimenticare chi sono e appoggiare i piedi sulle sedie quando non mi vedono. E’ strano vederti qui, siamo come due estranei che si vedono per la prima volta. Quanto mi piace tutto questo. Vieni a mettere giù le tue cose, ho una casa grande coi soffitti altissimi e grandi tele alle pareti, i mobili non mi piacciono tutti ma tra quelle mura c’è un qualcosa che mi fa stare bene. C’è un sacco di rosso e io il rosso lo adoro. Non pensavo nemmeno che accettassi di stare da me, ero convinta che avresti preso un albergo. Sistemati che poi andiamo fuori a cena. Si io sto bene, non ho orari, faccio tutto quello che mi piace, incontro parecchia gente grazie al lavoro faccio la creativa e non sanno che in italia sono una sconosciuta.
Eccola la’ dentro alla piazza, sotto alla fontana. E’ abbronzata, sembra una donna mediorientale, siriana, greca, spagnola, che ne so. Mi piace da morire. Non posso dirglielo, non glielo dirò mai cazzo. Ha un vestitino con dei fiori rossi sembra una ragazzina. La bacerei se potessi, adesso qui subito. Non c’è nessun master, è una follia ma sono venuto per vederla e per vederla qui, lontano da tutto. Secondo me ha un profumo speziato tra i capelli. Che casa stupenda. La facevo più bohemien, non me la sarei mai immaginata in una grande casa lussuosa e colorata, sembra la casa di un artista contemporaneo. Abbiamo mangiato in un posto vicino al mare. Parlarle è come avvilupparsi insieme in una conchiglia. Ha questa voce che mi uccide. Mi sorride tantissimo con quei grandi occhi lunghi. Stavamo parlando della situazione politica di qui, poi all’improvviso mi ha preso la mano e ha detto che mi avrebbe letto la mano pensa te. Non so, volevo solo ascoltarla, avrei creduto a tutto, mi sarei buttato a terra, mi sarei fatto spogliare. Mi studiava le dita e le rigirava, poi fissandomi e con la voce decisa mi detto che avevo le mani di un guerriero.
C’è qualcosa di conturbante a stargli di fronte e vederlo mangiare. Mi piace da pazzi questa intimità. Abbiamo riso come due cretini perchè non capivamo niente del menu. Ho fatto scegliere tutto a lui. Non avevo voglia di decidere più niente, la notte era tiepida mi si squagliavano le ossa. Non so se mi piace fisicamente. Ma sono emozionata dalla sua presenza e non me ne frega se se ne accorge. Tanto lo sa. Potremmo parlare per una notte intera senza sosta. Siamo andati in spiaggia. Mi ha preso un’ansia folle, ma un’ansia buona, ho ficcato i piedi sotto la sabbia che era ancora calda. C’era quella meraviglia delle notti estive, avrei voluto dirgli A me non interessa niente che sei un uomo sposato giuro che in questo momento non me ne frega niente. Ci siamo bagnati i piedi, a un certo punto mi ha messo la mani intorno alla vita, un solo secondo, poi si è allontanato come se si fosse fatto paura da solo.
Sulla spiaggia c’era solo un tizio con un cane, continuavo a immaginarmela mentre si toglieva la maglietta e finalmente potevo vederle il seno. Mi piace come dice sognante le cose. Non so cosa accadrà stanotte, so solo che voglio toccarla, tirarla da me sentirla respirare. Ci siamo seduti e poi lei si è sdraiata sulla sabbia, guardava all’insù. Non c’era più nessuna barriera tra di noi. Ci siamo messi sul fianco a guardarci, sentivo il battito rimbombare dentro la sabbia, non so più se era il mio o il suo. Sento qualcosa che sta per rompersi, trascinarmi via.
Stiamo tornando a casa. Girare le chiavi del portone con lui dietro, mi fa scoppiare il cuore. Saliamo le scale in silenzio, l’ascensore non la voglio, ho un fiume d’acqua nella testa. Accendere le luci e sentirlo qui con me nella mia casa, è così strano. Chiudere la porta ed essere qui insieme. Entrano le luci dalla terrazza, spalanco i vetri e accendo una musica. Spero che capisca che tutto è perfetto quando mi sdraio sul divano e tiro su i piedi. Mi piace e adesso glielo dico. Continuo a non sapere come. Tanto se n’è accorto e menomale, meglio così. Non riesco più a parlare le mie parole sono finite tutte. Qualcosa sta per prendermi e fare tutto al posto mio.
Questa casa è meno sontuosa con le luci basse, è più intima e mi piace ancora di più. Lei è spettinata e non ha più un filo di trucco. Ha messo una musica perfetta. Sto seduto per terra lei si sdraia sul divano. Mi avvicino e tuffo la mia lingua nella sua bocca.
La mattina dopo non so cosa dirle all’aeroporto, mi ha voluto accompagnare lei perchè doveva farlo assolutamente. Dice tutto lei guardandomi in silenzio: terra acqua viscere aria sangue.” Dimmi che torni”. “Si, che torno”.