ATTO 50

Gli impegni parlano di noi. Ci fanno sentire a casa anche se la casa non sai bene qual è. Ma non importa saperlo, ci sono le riunioni, le parole di circostanza, gli orari quieti in cui varchi la porta del cancello ed entri nella dimora del tuo impegnato settembre. Il rincuorante rumore delle chiavi nella borsa. Della porta che si chiude. Si inizia a camminare nel magma, ad ascoltare le solite lamentele delle colleghe che non vogliono stare lì, che hanno fretta, che hanno sempre qualcosa da ridire e tu le hai già ascoltate mille volte.
Le madri accompagnano i figli, gli uomini parcheggiano la macchina. Le amiche chiamano per raccontarti che l’estate è andata così così e sono già stanchissime. Ho un sacco di roba da fare, per piacere.
Io cammino a fianco dei miei impegni, ci rispettiamo e non c’è alcun bisogno di guardarci in faccia. Li tengo in mano come bolle d’acqua, io non sono voi e voi non siete me, scivoliamo insieme in questa terra di nessuno. Sempre un quaderno nuovo, sempre un’agenda appena comprata anche se sai che alla fine terrai tutto nel telefono. Le penne nuove e le gomme integre.
Il sibilo conturbante dell’estate si è andato a ficcare nei campi viola del tramonto, un fazzoletto la’in fondo dietro le case, ci puoi stare solo il tempo di un semaforo. Troppi impegni.
La terra di nessuno è un luogo interessante. Qui non c’è più niente e laggiù c’è qualcosa ma non si vede ancora bene. Sai che stai andando altrove e lo sapete solo tu e i capelli degli alberi, quando ci butti dentro le dita.