ATTO 39

Poichè l’elenco è decisamente più corto non vi è necessità di suddivisione in capitoli.

Una casa con la piscina a Milano (amici increduli).

Appassionati racconti di mia madre sulla filosofia greca e l’origine etimologica delle parole.

I vigneti di un nonno sulle colline tutte le domeniche fino ai sei anni.

Un libro fotocopiato a spirale con le poesie di Garcia Lorca, le prime.

Una nonna bellissima nocciola di tutto l’amore.

Una pulsazione innata in forma di Scrittura.

Un albero parlante.

Una grande libreria umanistica a totale disposizione.

Una dozzina di musiche buone buone.

Qualche visione memorabile senza uso di droghe.

Abbondanti affinità elettive non cercate.

Sessioni terapeutiche di cielo azzurro, notti tiepide, boschi che respirano. Che quella fosse terapia si è capito tardi ma va beh.

Libri giusti al posto giusto nel momento giusto sulla mensola giusta.

Cinque o sei secchiate di grazia davanti alla canna del gas.

Molti occhi bambini e tante voci piccole. (In fondo alla classe, la bambina invisibile sotto la finestra rossa, con il sole in una mano e la luna nell’altra).

Capelli ricci che tutto sommato si sono fatti gestibili dopo i trent’anni, dopotutto meglio tardi che mai.