ATTO 40
La Gioia Degli Altri è una cosa croccante, l’anima di un pesciolino fritto dannatamente bene.
La Gioia Degli Altri è un foulard rosa pastello che una signorina piuttosto altezzosa mi sventola tra il collo e le narici.
La Gioia Degli Altri è indubbiamente bella e giovane, seduta su un divano chiaro, pulita con profumo di marsiglia.
Diciamo che La Gioia Degli Altri è una casa grande, tendenzialmente lussuosa, e tu non sai se guardare dentro o guardare fuori (tutti tetti urbani e moderni, ovviamente). Così un po’ ti alzi e un po’ stai seduta, non senza palesare una certa inquietudine.
La Gioia Degli Altri si siederà a parlare con me (è chiaro che ha gambe lisce depilate perfettamente e unghie appena fatte). Inizia a parlarmi dei suoi problemi. No, ti prego. Anche lei, inizio a capire. Come può essere, era così perfetta, lei, così assoluta. Ti ammiravo cosi tanto. Avrei voluto autocommiserarmi ancora un po’. Continuare a pensare Ma come cazzo avete fatto a fare tutto così bene?
Mi dice che fa tanta fatica, lei. Non ci posso credere. Mi implora con gli occhi di starle qui vicino. Adesso inizia ad approfondire e vuole il mio ascolto, e io che volevo soltanto guardare le piastrelle del bagno e la macchina grossa parcheggiata qui davanti.
La Gioia degli Altri ma non sarà mica che si mette a piangere? Ebbene si, mi ha preso per la sua psicologa ti pareva. Quindi questi quadri moderni, questo pavimento lucido…non era vero niente? E io che pensavo che brava che sei stata, brava come tutti gli altri. No cavoli, tutta un’invenzione. La Gioia Degli Altri adesso ha occhi che piangono e comincio a sentirmi umidi i vestiti. La consolerò un pochino prendendole le bianchissime mani. Era così rassicurante invidiarla un po’. Era così confortante quell’idea. Andare sotto il suo tempio perfetto e sentire quella specie di devozione dolorosa. Io le dico Scusa e lei mi dice Grazie. Ci siamo sbagliate tutte e due.