ATTO 6
Ci sono delle lacrime che non arrivano a essere pianto.
Salgono alle guance, alle orecchie, alle tempie, si affacciano all’occhio quando il viso è già pieno e la testa sta per scoppiare come una lattina.
Qualcosa è nato, senza dubbio dentro il mio primo articolo, e adesso sta affiorando nelle lacrime il senso di questa celebrazione. Eppure non ho idea di cosa sia.
Credo di aver sancito un impegno e mi sforzo per non arrivare a sentirne paura.
Lo lascio sospeso qui nell’aria, come creatura invisibile fantastica,una nave punteggiata di lucine a intermittenza che galleggia davanti alla finestra e io mi sento così entusiasmata che mi siedo a guardarla su questa sedia gigante a braccia aperte.
Le lacrime sono la gioia di questo arrivo. Una nascita di qualunque creatura merita almeno una molecola di gioia.
Cosa sarebbe una nascita senza commozione? Cosa sarebbe una scrittura senza commozione?
Entrare in quel tempo vagamente fraterno che nella notte dei tempi so essermi stato vicinissimo, disvelato, sentore profumato che trasporta memorie lucenti.
A me emoziona risentire quel passo e le lacrime sciolgono l’apertura della ruota con la giusta combinazione.