ATTO 60
Ho fatto il sogno più acceso che si possa immaginare, illuminato e sfolgorante come foto viventi del catalogo terrestre. Ero all’altezza delle catene montuose e di fronte a me la cima più bella e incredibile: la neve e il verde al sole le rocce lucide. Poi sotto, l’acqua più azzurra delle maldive e i delfini neri a guizzarci e io salivo e scendevo le altitudini e il cielo mi stava tutto nella mano. Non c’erano più strade distanze e il mondo era tutto lì aperto e non c’era altro che farsi abbagliare. In quell’abbondanza io come una dea stregata da un incantesimo, in un godimento sensuale indescrivibile.
Direi che con questo sogno sgargiante dico addio al lunghissimo ma lunghissimo inverno e strizzo l’occhio a quel gran fighissimo subconscio che evidentemente non sapeva come dirmi quali inusitate meraviglie stiano per accadermi, ok: sono pronta anche questa volta.