Lo Scheletro dell’acqua2017-06-21T19:52:48+00:00

Lo scheletro dell’acqua – 1998/2005

Geografia

Ho fatto
rivoluzioni,
tane,
disordini,
funambola su larghi
pozzi di paura,
ho assaggiato il sole.

Fresca è l’alba
della voce,
strali di gioia
su tutta questa geografia.

Decennio

Camminando nel fondo del mio passo marino
si schiacciarono le nuvole,
l’acqua si fece stagna, il sonno pesante
tra i secoli e le arance.
Crescevano le dita anche sotto il senso
freddo del sale,
amaro fumo germogliato dentro le rocce.
Adesso
alberi sparpagliano la polvere,
un petalo respira
sotto il muscolo del canto,
e il giglio delle ore
si riscalda,
profumo
dalla mano liberata.

Risposta

Scrivere:
intoppo
floreale
viscerale,
gesto
immobile,
fondale
di carta,
unica penna
scimitarra
nel pozzo,
vortice
nella mirra,
spezia e profumo
abbraccio
celeste.

In mezzo alla pagina
si stabilisce
l’esistenza
che muta.

Assisi

San Damiano,
foglia di pietra,
guancia azzurra
sotto i meridiani,
in te fioriscono ossa
allineate con le stelle.
Due ore
il mio Natale
nella tua piccola pancia
polvere madre
dei tuoi ulivi.

Tutto è stabile
quando mi fermo.

Ossa

In una sassaia
rinchiusa,
salate come un inferno
di pietre
queste ossa mie senza scampo.
Da un sentiero di nubi perenni
a volte intravedo la cima
pulviscolo di Dio
che può nutrire la mia morte.
Tutto si scioglie:
è un’acqua che di libertà
mi acceca.
Allora inizia a grondare
il mio passo d’uccello,
ogni piuma si fa zampa
e il rettile si frantuma
in umana pupilla:
pelle di pianeti sulle mia ciglia.

Lo scheletro dell’acqua

Dopo tanto sonno, stagioni, piatti lavati,
il centro era sempre nell’occhio
di un pesce
e io volevo
lo scheletro dell’acqua.
Le branchie del muoversi
disegnano onde
e fiori inestimabili:
ma io voglio uno scheletro per l’acqua.

Così i fondali reggeranno il mondo:
ovunque
dal centro
delle onde.

Silenzio

La pace
luce di neve ,
largo fiore bagnato,
pace acqua d’oriente,
dammi il tuo silenzio bianco:
pioggia
sui petali dei miei respiri.

Qui ti ascolto
e poi
laggiù,
oltre tutto,
sopra ogni cosa
il manto della pace ,
ti voglio nel mio corpo,
mio pensiero,
attenzione infinita,
intimo regno
oltre gli occhi notturni,
e nella pace
la sua costanza ,
la sua quiete duratura,
il suo paterno
saldo sigillo.
Aspetto un amore
con un fiore sulla schiena,
ma non voglio dargli
questo dubbio,
voglio essere una foresta di pace
che cresce
lenta
sulla collina
sacra.

Bocche

“Tutto va bene” dice
il candido giorno,
oggi
pezza di luce
sulle colline
che balzano d’ azzurro,
primule
salgono
dalle ossa invernali
coi denti delicati
di epidermide,
anche loro:
”tutto va bene”.

Oggi
eccolo
sulla polena
della natura
il giorno,
battezza le mie tempie
e l’universo tuona: “Tutto va bene”.

L’artiglieria è dispersa e
trama in foglie leggere,
occhiate d’uccello che parla
al suono
di mille bocche naturali:
“Tutto va bene”.

Corpi

Scucio la dolcezza dai bottoni,
è il tuo corpo
questo
tra le lenzuola,
indovino il vino dei tuoi gusti
e mi vergogno
della mia insolenza.

Nascita di una stella

C’è una sacca azzurra dentro la pancia dell’etere
sotto il nucleo congelato del caos,

giaceva il canto di una stella,
su una membrana di cosmo.

Si ruppe la proteina della luce
e
il magma
iniziò a inondarsi di spazio.
Frammenti di pietre preistoriche
tuonarono sorde dentro l’azzurro
e lei uscì dal vapore:
canto di luce bionda
come una musa planetaria.

Così ugualmente
nel ventre salato oscuro di una donna
nasce la stella del suo cosmo,
la sua feconda parola
erompe dalla luce segreta,
particella uscita dai frammenti
del suo disordine,
complesso di paura,
muove le braccia accese di lava
nel caldo suono del suo ventre vivo.
E dice “ Esco da queste caverne per raccontarti la musica dell’etere:
per ogni stella che nasce nel cielo
una ne nasce sulla terra.”

Inverno

Cercami nella spiga del buio notturno
dentro la solitudine delle campane
esci rotolando sotto la luna gelida:
vedrai capelli di fata uscire dagli alberi bianchi.

Respirami sotto i cammini invisibili
dentro il polline ghiacciato
cresci con me sotto il silenzio e la neve.
Sotto le raffiche di foglie
ampia la pelle profumata.

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