C’era una volta un grande albero vecchio che viveva nel centro di un grande prato sopra una collina.
Era un albero con un tronco enorme e dei rami lunghi come braccia bellissime e la sua ombra arrivava lontano.
Questo albero aveva veramente tanti anni, aveva visto tante notti e tanti giorni, inverni e primavere, acquazzoni e tramonti, e aveva ospitato sui suoi rami uccelli di ogni tipo, i fiori, e la neve.
Quella mattina il grande albero vecchio si era svegliato contento.
Splendeva il sole, faceva caldo e sentiva che da qualche parte, su uno dei suoi rami più alti, era successo qualcosa di bello.
Dopo un inverno lunghissimo e gelido era spuntata una gemma.
Una piccola foglia accartocciata che per prima, si stava svegliando sotto la sua pelle di legno.
-Che gioia!- pensò il grande albero vecchio , tra poco sarò di nuovo verde di tantissime foglie!
Si sentì profondamente felice.
Sapeva che presto tantissimi fiori l’avrebbero colorato interamente.
Ma proprio nel mezzo di quella giornata tanto speciale, quando il sole era a picco sui rami, il grande albero vecchio udì uno stranissimo rumore.
Dal suo grande prato un rumore come quello non si era mai sentito.
Non c’erano strade città e case e su quella collina e di giorno solo gli uccelli si facevano sentire, e la notte, i versi un po’ lugubri dei gufi.
Il rumore si avvicinava sempre di più divenendo forte e molesto.
All’improvviso dal fianco della collina uscì un grosso trattore che a gran velocità attraversò il prato e arrivò vicino ai rami più bassi del grande albero vecchio.
Lui aprì i suoi grandi occhi muovendoli sotto la corteccia per guardare meglio cosa stesse accadendo.
Dal trattore scesero due uomini.
Uno di questi aveva una barba nera e fu lui che cominciò a parlare rivolgendosi all’altro con voce irritata : “ Questo albero deve essere tagliato, perché è un albero inutile. Su questa collina costruiremo una enorme casa e intorno strade e binari che porteranno lontano. Domani mattina verremo coi camion a tagliare questo albero e i lavori potranno finalmente iniziare.
Sbattendo la porta con violenza risalirono sul trattore che si allontanò veloce con lo stesso rumore forte e molesto.
Quando il trattore se ne fu andato il grande albero vecchio cominciò a piangere grosse lacrime dense dai suoi occhi sotto la corteccia. Non poteva credere che non avrebbe più rivisto le notti e i giorni, gli inverni e le primavere, gli acquazzoni e i tramonti. Che non avrebbe più ascoltato il canto dei gufi e ospitato sui suoi rami uccelli di ogni tipo.
Era triste più di quanto ricordava di essere mai stato.
Non voleva essere tagliato e lasciare per sempre quel prato e quella collina.
Sentiva il suo profondo respiro di albero uscire dalla terra e rimase molte ore in disperazione.
Poi , quando le luci del giorno stavano andando a dormire e la luna era già spiccata fuori nel cielo gli venne in mente cosa avrebbe potuto fare.
Decise di chiamare il Mondo.
Era sicuro che il Mondo lo avrebbe ascoltato e trovato per lui una soluzione.
Infatti dopo che il grande albero vecchio lo ebbe chiamato, il Mondo uscì dalla sua casa di silenzio aprì i suoi lunghi occhi e si sedette davanti a lui.
Dopo che lo ebbe ascoltato, tornò nella sua casa di silenzio promettendo che avrebbe fatto certamente qualcosa per salvare la sua vita preziosa di quell’albero vecchio.
E quindi il Mondo andò a chiamare Vento e chiese a lui di chiamare Pioggia.
Diede a loro le istruzioni per salvare il grande albero vecchio.
Dopo qualche ora Vento e Pioggia iniziarono a viaggiare verso la collina dove c’era il prato dell’albero e questa volta alzarono una forza spaventosa come il Mondo aveva chiesto loro.
Vento soffiò con tutta l’energia di cui era capace e le nuvole vennero spazzate via e poi gonfiate con la sua forza dirompente. Pioggia riempì le nuvole fino a farle scoppiare di acqua che cominciò a cadere su tutta la collina del grande albero vecchio.
Per tutta la notte minuto dopo minuto litri di pioggia bagnarono quella, e tutte le altre colline .
Là sotto il grande albero vecchio aveva chiuso i suoi occhi sotto la corteccia, e dentro il grosso tronco, il suo respiro era calmo perchè era certo che il Mondo si sarebbe occupato di lui.
Infatti quando le luci del mattino rischiararono il cielo di quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo giorno di vita dell’albero vecchio, nessun trattore avrebbe mai potuto attraversare quella distesa di acqua che ricopriva tutto il prato e molto più lontano gli uomini dovettero abbandonare quel progetto per sempre.
Così quando Vento e Pioggia si erano ormai dileguati e il cielo era nuovamente limpido il Mondo si affacciò coi suoi lunghi occhi ad ascoltare le parole del grande albero vecchio che potè vivere ancora tanto tempo sul prato di quella collina:
“Grazie Mondo, sei stato così attento da ascoltare un albero vecchio, sei veramente un essere speciale.”
E per sempre vissero felici e contenti.