C’era una volta una nuvola che non voleva vedere il sole.
Quando era nata, nella fuligginosa creazione del vapore, aveva sentito battere il suo cuore leggero ed era scappata via lontano.
Sapeva molto bene che come tutte le altre, il suo compito di nuvola era correre sopra i continenti , negli sconfinati grandi spazi del cielo ed eseguire la volontà del grande padrone dell’aria, il Sole.
Soprattutto, ciò che ogni nuvola doveva saper fare, era aprire il proprio soffice corpo e filtrare i potenti caldissimi raggi, per renderli più dolci e nutrire così ogni cosa su cui si fossero andati a posare.
Il Sole permetteva a tutte le nuvole di prendere la forma che ognuna desiderava , ma quando ce ne fosse stato bisogno, dovevano sapersi riempire di acqua, e farla poi scrosciare con abbondanza laddove il Sole lo riteneva utile e opportuno.
Così, lei, osservava le altre nuvole correre e prendere la forma di un cavallo, o di un frutto, o di un drago con la bocca aperta; stava delle ore a guardarle muoversi spensierate sopra le terre eseguendo docilmente la volontà del Sole.
Lei se ne stava appallottolata e immobile e non aveva il coraggio di dire a nessuno che il Sole le faceva paura.
Così in un momento particolarmente limpido, senza essere vista da nessuno, schizzò via a tutta velocità allontanandosi dall’atmosfera e rifugiandosi nello spazio interstellare.
Rimase molto tempo nascosta in un angolo, e piano piano si addormentò in un lungo sonno.
Passarono molte stagioni, e il Mondo, che osservava ogni cosa, cominciò a prestare attenzione a quella nuvola dimenticata, la nuvola che non voleva vedere il sole.
Uscì dalla sua casa di silenzio e aprendo i suoi lunghi occhi si avvicinò alla nuvola che dormiva profondamente e cominciò a pensare cosa avrebbe potuto fare per lei. Per lui ogni cosa era importante, e poteva sentirsi in pace solo se ognuno sceglieva di realizzare il compito che gli spettava.
Così, anche questa volta, al Mondo venne un’ idea.
La mattina seguente, fece cadere sulla superficie della nuvola che non voleva vedere il Sole, una bellissima fragola rossa e matura, che sprigionava un profumo succulento.
Piano piano la nuvola si svegliò dal suo lungo sonno , stimolata da quel profumo inspiegabile.
E si accorse che sulle sue braccia ormai logore di nuvola era posato quel frutto dal colore rosso e fortissimo che lei non aveva mai visto così da vicino.
“Buongiorno” – disse la fragola con una voce che alla nuvola parve davvero molto allegra.
“Buongiorno…” rispose la nuvola un po’ incosciente. “Io non so proprio chi tu sia. E cosa tu sia venuta a fare qui, svegliandomi dal mio sonno .“
“Sono venuta qui per essere tua amica e raccontarti la mia storia.”
E così, iniziò a raccontare alla nuvola la sua nascita di fragola, quanto era stato difficile crescere nel freddo della terra buia, per poi fare capolino tra le foglie e uscire alla luce ancora di dimensioni tanto piccole.
“Per fortuna qualcuno mi ha aiutato a diventare così rossa, zuccherina e profumata, colorandomi ogni giorno di una tonalità più accesa. Qualcuno che si è occupato di me senza dirmelo e mi ha dato il calore di cui avevo bisogno per crescere.”
“E chi ti aiutato, chi si è occupato di te?” chiese allora incuriosita la nuvola, che era sempre più colpita da quel racconto.
“Senza dubbio, è stato il Sole. Non ce l’ avrei fatta senza la sua presenza costante e il suo calore incondizionato. Lui permette a ogni cosa di diventare quella che è”.
La nuvola fu stupita da questa risposta, a lei il Sole aveva sempre fatto paura.
E lasciando alla nuvola un po’ della sua polpa succosa perché la potesse assaporare, sul più bello, la rossa fragola profumata se ne tornò da dove era venuta.
La nuvola che non voleva vedere il sole non aveva mai gustato un sapore tanto meraviglioso e cominciò a sentire una strana allegria. E poi all’improvviso, una grande tristezza, perché cominciava a pensare quanto fosse brutto quel posto isolato in cui aveva scelto di nascondersi.
Prese a muovere il suo soffice corpo come risvegliato dopo il sonno lunghissimo e iniziò a stirarsi e appallottolarsi nello spazio prendendo mille forme possibili, come mai aveva sperimentato prima di quel momento.
Provò a prendere la forma di un cavallo, di un drago con la bocca aperta, e poi, a un certo punto, provò a prendere la forma di una grande fragola.
Si rese conto che quella era la sua forma più bella.
Così in quello spazio dimenticato del cielo, senza nessuno che la potesse vedere, una nuvola che non voleva vedere il sole aveva preso una forma bellissima e aveva tanta voglia di correre negli spazi del cielo.
E proprio stando così, in quella posizione di nuvola a forma di fragola, cominciò a pensare e a pensare alla sua di storia.
Chiamò il Mondo che stava solo aspettando di compiere l’importante lavoro e gli chiese di accompagnarla a vedere il Sole, sempre un po’ più da vicino, perché potesse rendersi conto se aveva ancora paura di lui.
Quando entrò nell’atmosfera, il Mondo reggeva la nuvola a forma di fragola che rimase così per molti minuti, grandissima e bianca nel cielo, appena in tempo per rendersi conto che il calore si avvicinava a lei e il Sole le stava chiedendo in qualche modo di rimanere lì.
Si rese conto, che mantenendo quella forma non aveva più paura e poteva correre sopra i continenti negli sconfinati grandi spazi del cielo, e filtrare i potenti raggi del Sole come doveva essere nei suoi compiti di nuvola.
E per la prima volta, sentì riempire il suo corpo di acqua e le parve di perdere la sua forma di fragola mentre si scioglieva in pioggia scrosciante.
Ma il Mondo la sosteneva e si prendeva cura di lei mentre imparava a svolgere i suoi compiti e dopo il suo primo enorme acquazzone la nuvola guardò il Sole e gli sorrise perché aveva capito che non c’era più alcun motivo per avere paura di lui.
E per sempre vissero felici e contenti.