ATTO 69

E’ molto facile amare un figlio che ci somiglia. E’ facile amarlo perchè fa così bene le cose a cui siamo affezionati, che amiamo, proprio quelle che vorremmo lui facesse, e ci rende orgogliosi di come le fa. Vedo decine di post ogni giorno su questa meravigliosa illusione dei genitori.
E’ molto difficile amarlo quando inizia a non somigliarci più. Quando non abbiamo più quasi nessun controllo su cosa fa, come lo fa. Eppure secondo me, l’amore quello assoluto, inizia solo in quel momento. Quando sappiamo sostare davanti al suo segreto, davanti al suo destino. Davanti a quel non darci più ciò di cui abbiamo un disperato bisogno per sentirci bravi genitori. Davanti a quel meraviglioso affrontare le cose della sua vita in un modo tutto suo (in cui c’è certamente qualcosa che è germinato da me genitore) ma è lui che lo fa, è lui davanti al suo mistero, davanti al suo destino. Sacro e irriducibile ai giudizi, ai buoni consigli, al chiacchiericcio, alle opinioni. E’ lui che apre le acque del suo mar rosso e inizia a camminare nel SUO solco, nel suo segreto, nelle sue prove, stupendosi della sua forza sconosciuta e lì veramente a creare e costruire se stesso al di là di ciò che tutto l’ambiente esterno voleva e si aspettava da lui.
Ecco , sostare davanti al suo segreto vuol dire accettare la tremenda possibilità di libertà che gli appartiene in quanto persona, e quindi di non essere ciò che avevo voluto per lui nei minimi dettagli, di non essere ciò che mi piace, di non essere i miei innumerevoli attaccamenti culturali, mentali, materiali. Questo differenzia un genitore di un bambino da un genitore di un adulto: questo sa già che poi le cose…”sono andate in un altro modo”…non meno affascinante ma certamente diverso, perchè ha già provato il punto in cui non ha potuto fare più niente e ha dovuto fermarsi davanti al suo segreto di figlio.
E niente…temo di non esserci riuscita ma volevo scrivere una cosa piena di fiducia, piena di gioia.