ATTO 67

Ecco si è chiusa la porta.

Ecco abbiamo firmato.

Ecco passami la giacca che vado.

Ecco, ciao.

Ecco l’ho scritta.

Ecco sono tornati.

Ecco è atterrato.

Ecco, anche stavolta.

Ecco, ci siamo visti.

Ecco ce l’ho fatta.

Ecco sono arrivato.

Ecco ci siamo parlate.

Ecco, avete finito.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose sembra tutto uguale a prima. Il mondo sa di mondo aperto e invece no, è più verticale.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose c’è una bocca spalancata davanti al naso ma il profilo non è più uguale a prima, c’è una cosa colma che sta esplodere ed è immobile e disordinatamente viva.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose c’è un profumo girovago come di un amore non corrisposto che sta cercando di farsi del male ma poi decide che no, si disferà un pochino soltanto.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose, pensi che l’hai desiderato tante volte e ora è successo, a te, proprio mezz’ora fa. E’ successo.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose, pensi che il dopo è un concetto assolutamente vasto a cui non hai assolutamente voglia di pensare.

La mezz’ora dopo in cui succedono le cose è una brevissima notte che ha delle vene sotterranee e caparbie.
Dopo questa mezz’ora il futuro è una scena del tutto autonoma che aspetta di guizzare prendendo i gesti da qualche parte.