ATTO 108
L’uomo equidistante dal dentro e dal fuori, divide l’acqua dalla pioggia e li porta nel fiume di me.
L’uomo equidistante dal passato e dal futuro, stacca cortecce alle maschere e fonde la mistura al profumo del suo fuoco.
L’uomo equidistante dal buio e dalla luce, vede in mezzo alla fronte la noce del sole nero e scalda la visione alle sue braci .
L’uomo equidistante dal prendere e dal dare, protegge una genealogia di terra seminata di voci e ti fa un solco per buttare i sassi.
L’uomo equidistante dalla femmina e dal maschio, tocca il suo utero nel cuore e il tuo cuore nell’alveo delle sue braccia aperte.
L’uomo equidistante dalla vita e dalla morte, ti scioglie le ossa del prima e del poi e spacca le croste dalla stella allargando le mani, sotto lo sciame.
L’uomo equidistante dalla notte e dal giorno, ha zampe inflessibili e occhi forti, due luci vive scavate nel battito buio che fa crescere il grano.